Quinto itinerario nell’ambito del ciclo “Sulle orme di Volta” promosso da Fondazione Alessandro Volta, ritrovo ore 16 presso Palazzo Gallio, in via Regina Levante 2 a Gravedona. La passeggiata sarà guidata da Pietro Berra, giornalista e scrittore che ha ideato la serie di percorsi voltiani, e da Caterina Bongiasca della Pro Loco di Gravedona ed Uniti. Accompagna l’intero percorso Andrea Pizzamiglio con la sua fisarmonica. Tappa finale sarà la chiesa di Santa Maria del Tiglio, dove chi vorrà potrà fermarsi per assistere al concerto, in programma alle 19, del Duo D’Imperia (Giovanni Sardo & Sergio Scappini – violino e fisarmonica). Biglietto al 50% (5 euro) per chi partecipa al percorso, che è gratuito. Prenotazione attraverso il sito www.fondazionealessandrovolta.it (per informazioni: sulleormedivolta@fondazionealessandrovolta.it; tel. 031/579848). In collaborazione con le associazioni Sentiero dei sogni e Visit Gravedona ed Uniti.
Di trovare una via Volta capita in tutta Italia – l’inventore della pila è al 32° posto della classifica della toponomastica nazionale con oltre mille intitolazioni, primo tra gli scienziati davanti a Fermi e Galilei – ma a Gravedona ha un legame particolare con il dedicatario.
Lo ricorda al passante una targa affissa sulla casa al civico 2, a opera nel municipio nel centenario della morte (1899): «Alessandro Volta in questa casa avuta in retaggio dai nobili Stampa giovinetto compiva le prime esperienze preludenti al miracolo della pila / sposo vi trascorse i giorni più belli dell’imeneo / adulto e onusto d’anni e di gloria qui traeva nei mesi estivi a ritemprare le forze e il grande spirito proteso sempre più a fulgide mete».
Se in gioventù, pescando con l’amico Giulio Cesare Gattoni, nasce tra i due una discussione passata alla storia (quella sull’anima degli animali: per Volta l’avevano, secondo il futuro abate no), è certamente il periodo della luna di miele quello che ha più profondamente legato l’inventore della pila a Gravedona. La bellezza del luogo e dei dintorni, meta di diverse gite della coppia, traspare in una lettera che lo stesso Volta scrisse al fratello Giovanni, canonico del Duomo, la sera del 25 settembre 1794: «Siamo giunti felicemente, e con un bellissimo viaggio un’ora prima di sera, a Gravedona lunedì, malgrado che ci fossimo trattenuti da due ore a Balbiano, ed avessimo perso dell’altro tempo col desinare in barca[….]. Qui ci divertiamo facendo delle corse la mattina, come jeri al Forte di Fuentes, ed oggi a Gera e Sorico, e dopo il pranzo facendo e ricevendo visite».
La casa dove Volta trascorse la luna di miele sarà il baricentro dell’itinerario. Prima si visiterà il cinquecentesco Palazzo Gallio e dopo giro proseguirà tra tre chiese di eccezionale storia e bellezza, cui Alessandro Volta e i suoi fratelli, entrambi sacerdoti, furono molto legati. La prima è Santa Maria delle Grazie, chiamata “il convento”, funzione che l’annesso chiostro, oggi di proprietà comunale, svolse dal XV secolo fino al 1772. Tra i numerosi affreschi degni di nota, un’Assunzione della Vergine che permette di datare al 1496 la consacrazione della chiesa. Dal “convento” si scende in via San Gusmeo e Matteo, dove troviamo la chiesa omonima, in nuda pietra circondata da un giardino di platani. All’interno l’arca con le reliquie dei due martiri reca impresso l’anno della loro traslazione qui, il 1637.
Si prosegue in direzione del lago per raggiungere la terza e più spettacolare delle chiese. Ma prima di sbucare al cospetto dell’Abbazia di Piona, che attrae lo sguardo dalla sponda opposta, si passerà dalla piccola ma suggestiva via Sabbati, dove è stato realizzato il progetto “Tira su i Cler” (“Alziamo le saracinesche”): vetrine dismesse sono state convertite in un piccolo museo del commercio di una volta, ricostruendo esercizi storici con una cura certosina per i particolari.
Santa Maria del Tiglio è la meta finale e doveva essere un punto di riferimento per Volta, che la poteva ammirare dalla sua finestra assieme a un vasto tratto di lago. Capolavoro di pietra, affacciato sulle acque del Lario da quasi mille anni.